«O tu, Paradiso mio, Paradiso lucente,
perchè sei a me interdetto?
dove ti sei rinchiuso, dinanzi a me,
e coll’invisibile velo ti sei coperto?
O forse da me, o Paradiso, fosti distrutto?
oppure nel luogo eccelso, o Paradiso, fosti rapito
e fiorisci in aria, nel cielo,
e l’umida terra orfana abbandonasti?»
Sono gigli fragranti che olezzano?
Sono acque vive che mormorano?
Parla ai figli d’Adamo
il velato Paradiso, romito:
«Non piangete, figli d’Adamo;
non fui portato dalla terra nel Cielo,
nè rapito fui accanto al trono del Signore,
nè la terra natìa abbandonai.
Bensì fiorisco non lungi da voi
dietro un sottile velo azzurro:
quel velo azzurro lo conosce
chi ha saziato il cuore di lacrime.
Dovunque, camminando, la Madre di Dio
sulla terra pone i piedi santi,
lì attorno anch’io stendo
le odorifere mie fronde.
Lì scorrono le mie limpide acque,
lì cantano i paradisiaci uccelli;
e in mezzo a me stà l’albero della Vita,
l’Albero della Vita — la Purissima Vergine».
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