Venceslao Ivanov
PALINODIA
10
Anche il tuo miele d’Imetto mi ha saziato?
Dai bosco di mirti l’idolo tuo chi lo rapì?
Oppure per sacro orrore io stesso lo spezzai?
Forse, o Eliade, non ti amo più?
Ma, divenuto povero di spirito, non conobbi più le tue carezze;
e cominciarono a incutermi paura le facce dell’anima tua immutevole,
dei corpi altieri la limpidezza e dei pensieri l’ordine euclideo,
Quando poi, in ora fatidica, coll’inebbriante suono
di flauti sotterranei risvegliandosi, gli occhi della maschera vuota
di una bramosia ribelle dell’indomita Notte,
come in tempi remoti, si riempirono, — io udii dal cielo la voce:
«Lascia, o neòcoro, il tempio ornato di dèmoni...»
Ed io fuggii, e mangio, sui pendìi della Tebaide,
del silenzio il miele selvatico e le coriacee locuste.
Предварительная подготовка текста К. Ю. Лаппо-Данилевского
199034, Санкт-Петербург, наб. Макарова, 4.
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