Venceslao Ivanov
REGINA VIARUM
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Di nuovo, agli archi antichi fedele pellegrino,
all’ora mia tarda, col vespertino Ave
ti saluto, come la vòlta della casa natia,
come il porto d’ogni peregrinazione, eterna Roma.
Noi demmo alla fiamma l’Ilio degli avi:
si spezzano gli assi dei carri
in mezzo al frastuono e alle furie del mondiale ippodromo.
Tu, Regina delle vie, guardi come noi bruciamo.
Anche tu andasti in fiamma e risorgesti dalle ceneri;
e il memore azzurro
del tuo cielo profondo non si acciecò,
E si ricorda, sotto la carezza di un sogno d’oro,
il custode delle tue porte — il cipresso — come una nuova
Troia diventasse gagliarda,
quando giaceva arsa la città d’Enea.
Предварительная подготовка текста
К. Ю. Лаппо-Данилевского
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