Venceslao Ivanov
LA CUPOLA
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Bevo lentamente la luce di miele del sole
che si addensa, come laggiù il suono delle campane a sera;
e limpido è lo spirito in malinconia serena,
tutto una pienezza che non ha nome.
Non è forse il miele degli anni risolti pieni fino all’orlo,
che fa traboccare questa coppa che incorona il giorno?
Non è l’eternità che l’anello di sposalizio
porge al giorno, al di là della mèta visibile?
Al mare lucido è simile la gloria
dell’oro liquido del cielo,
dove il disco si fonde e il gigante s’annega.
Con le dita cieche il raggio palpò
la cima d’un pino, e l’occhio si spense. Sola
sull’oro si stacca, sferica, la Cupola azzurra.
Предварительная подготовка текста
К. Ю. Лаппо-Данилевского
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